LA LEGGENDA DI HIRAM E L’ESOTERISMO LUCIFERIANO
(da NELL’OMBRA DELLE CATTEDRALI R. AMBELAIN)

“voi siete dei,figli tutti dell’Altissimo”(Salmi, 82-6)
“…e Gesù disse loro:Siete dei”(Giovanni, 10-34)
Si conosce la leggenda massonica di Hiram, il maestro d’opera del Re Salomone, assassinato da tre apprendisti. Ma ciò che si conosce meno è il riassunto, molto bello, che ne ha fatto il compianto G. de Nerval, nel suo Voyage en Orient. Egli sembra abbia conosciuto a fondo certe tradizioni particolari dei Cainiti e degli Ofiti.
Riassumiamo dunque, a nostra volta, la lunghissima esposizione di questo autore. Hiram doveva effettuare la colata dell”Mare di Bronzo”, dinnanzi a Salomone, a Balkis, regina di Saba, e a tutto il popolo d’Israele.Benoni, amico fedele del maestro d’opera, aveva sorpreso, sul far della notte, tre operai: Fanor il siriano, muratore, Amru il fenicio, carpentiere, e Metusael il giudeo, minatore, che stavano sabotando l’opera. Benoni avvertì Salomone del sabotaggio, ed il re, geloso dell’ammirazione che Balkis aveva per l’architetto, lasciò continuare i preparativi. Hiram ordinò la colata. Però il gigantesco stampo in cui il Mare di Bronzo doveva essere fuso, sabotato, si aprì, il metallo in fusione precipitò fuori, spruzzando la folla terrorizzata. Benoni, disperato, si gettò nella fornace.
Poco dopo, solo, abbandonato da tutti, Hiram sognava davanti alla sua opera distrutta. Dal metallo fuso, rosseggiante nelle tenebre della notte, si levò allora un’ombra luminosa. Il fantasma avanza. Hiram lo osserva con stupore. Il suo busto gigantesco è rivestito di una dalmatica senza maniche. Le braccia nude sono ornate da anelli di ferro; il volto abbronzato, incorniciato da una barba squadrata, intrecciata e arricciata più volte, il capo coperto da una mitria vermiglia, tiene in mano un martello. I suoi grandi occhi brillanti, si abbassano su Hiram con dolcezza, e, con un suono di voce, che sembra scaturire dalle viscere del bronzo:
“risveglia la tua anima, alzati figlio mio. Vieni, seguimi. Io ho visto i mali della m ia razza e ne ho avuto pietà.”
– Chi sei, dunque, Spirito?
– L’ombra di tutti i tuoi padri, l’antenato di quelli che lavorano e soffrono. Vieni, quando la mia mano sarà scivolata sulla tua fronte, tu respirerai nella Fiamma. Sii senza paura, come sei stato senza debolezza.
– Dove sono, qual’è il tuo nome? Dove mi trascini? disse Hiram.
– Al centro della Terra, nell’anima del Mondo Vivente. Là si eleva il palazzo sotterraneo di Enoch, nostro padre, che l’Egitto chiama Hermes, e che gli arabi onorano sotto il nome di Idris.
– Potenze immortali, gridò Adoniram, è dunque vero, tu saresti…
– Il tuo avo, uomo, artista, il tuo maestro e il tuo padrone, io fui Tubalcain.
Trascinato come dentro un sogno nelle profondità della Terra, ( si tratta evidentemente di un’esteriorizzazione, d’uno sdoppiamento ), Adoniram apprende allora dalla bocca stessa di Tubalcain, l’essenza della tradizione luciferiana. Queste tradizioni si ritrovano presso tutte le religioni, e là sono concepite. Nel momento in cui si svilupparono, il sole vedeva compiersi l’equinozio di primavera, nel segno dei Pesci, Si sa che numerose tombe cristiane portano l’immagine del pesce, facile effetto di cabala fonetica, poichè le iniziali di Gesù IHS sono nel tempo stesso quelle della parola ichtys, che significa pesce. Poco prima, nell’epoca messianica che l’aveva preceduta, il culto dell’agnello salvatore, corrispondente all’equinozio nel segno dell’Ariete o dell’Agnello aveva diretto gli uomini. Culto solare e maschile, noi ne ritroviamo ancora le tracce assieme a quelle d’Agni, il dio indù del Fuoco.